Ai Jazz gli applausi, ai Warriors la vittoria. Il terzo successo nella serie consente agli uomini di coach Kerr di volare sul 3-0 e ‘vedere’ la finale di Conference, che può essere conquistata già in gara 4 (ancora a Salt Lake City): una prospettiva che i gialloblu gradirebbero molto, dato che così si assicurerebbero una settimana di riposo.
Il ‘crack’ della serata è stato senza dubbio Kevin Durant, che aveva già fatto vedere ottime cose in gara 2: l’ex OKC ha messo a referto 38 punti, conditi da 13 importantissimi rimbalzi, ed è risultato decisivo nel 91-102 finale a favore di Golden State.
Utah non ha affatto sfigurato. Anzi: per tre quarti di gara gli uomini di coach Snyder avevano tenuto testa molto bene a quella che è a tutti gli effetti la franchigia migliore della Lega. La difesa dei Jazz era riuscita a ‘rallentare’ e limitare le bocche di fuoco dei Warriors, ma anche la fase offensiva ha funzionato a dovere, come dimostrato dal fatto che tutto il quintetto è andato in doppia cifra: su tutti, gli ottimi Gordon Hayward (29 punti) e Rudy Gobert (21 punti e 15 rimbalzi). Ma contro Golden State 3/4 di gara non bastano: Utah crolla negli ultimi 12′, sbagliando quasi tutto al tiro e andando a schiantarsi contro il ‘muro’ della retroguardia dei Warriors.
I vicecampioni in carica partono subito forte e chiudono il primo quarto 27-17, ma Utah dimostra subito di esserci: trascinati da Gobert, i padroni di casa recuperano il distacco e passano addirittura in vantaggio (48-47, la prima volta in questa serie). Nel terzo quarto Golden State barcolla: Utah ne approfitta e va sul +9, ma un parziale di 12-4 riporta i Warriors a ridosso. I Jazz resistono bene fino a 6 minuti dalla sirena – 79-78 con il libero di Gobert – poi si spengono: la difesa dei Warriors diventa impenetrabile mentre Curry (23 punti) e Durant diventano devastanti. Golden State ad un passo dalla finale di Conference: nessun team, in 123 tentativi nella storia dei playoff, è mai riuscito a rimontare da 0-3.
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