Se dovessimo basarci su quanto visto in gara 1, diremmo che queste Finals non avranno storia. La prova di forza offerta ieri sera da Golden State (113-91) sembra non lasciare spazio ad altri pronostici: troppo forti i Warriors, perfetti in attacco e in difesa, non all’altezza i Cavaliers, che evitano l’imbarcata solo grazie a LeBron James.
D’altronde, per gli uomini in gialloblu parlano i numeri. Quella di ieri in gara 1 all’Oracle Arena è stata la tredicesima vittoria su tredici match disputati in questi playoff. Un record, tanto per cambiare. Ma la differenza l’ha fatta soprattutto la concentrazione: elevatissima quella di Golden State, che ha concluso la gara con sole 4 palle perse (era accaduto solo agli Spurs nel 2013 e ai Pistons nel 2005); non altrettanto Cleveland, che alla sirena contava 20 palle perse.
Come detto, il solo LeBron ha provato a tenere in piedi la baracca. King James ha sfiorato la tripla doppia – 28 punti, 15 rimbalzi e 8 assist – ma la sua ennesima, straordinaria prova non è bastata ai Cavs per arginare lo strapotere Warriors.
Steph Curry non ha sbagliato quasi nulla, e si è tolto anche la soddisfazione di diventare il quinto giocatore della storia a toccare quota 300 triple nei playoff. Ma la vera ‘arma letale’ di Golden State è Kevin Durant: 38 punti, 8 rimbalzi e 8 assist, un incubo per la difesa di Tyronn Lue. Che a fine gara ha ammesso: “Non ho mai visto una squadra così forte”.
Se nel primo quarto il match si manteneva su un certo equilibrio (35-30 per Golden State), già nel secondo la franchigia di Oakland cominciava a prendere il largo. Alla sirena i Warriors sono sul +8, ma è in avvio di ripresa che si consuma la disfatta per Cleveland: i padroni di casa infilano prima un parziale da 13-0, poi respingono la reazione ospite e piazzano un nuovo 13-1 che spegne ogni velleità dei Cavaliers. L’ultimo quarto serve solo alle statistiche: gara 1 è tutta di Golden State, il secondo atto nella notte tra domenica e lunedì.
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