Serviva una mezza impresa alla Juventus per strappare la qualificazione per i quarti di finale di Champions League contro un Tottenham capace, nel match di andata di Torino, di rimontare ben due reti alla Vecchia Signora. E la mezza impresa, in effetti, si è concretizzata nella seconda parte della gara di Wembley, ove, attingendo a forze quasi trascendentali, una delle Juventus probabilmente peggiori dell’intera stagione è riuscita ad espugnare la casa degli Spurs: un capolavoro che assume proporzioni larghissime, se si pensa che, oltre ad essere imbattuto in casa contro le squadre italiane, il Tottenham non perdeva fra le mura amiche dallo scorso 25 ottobre, per un totale di quindici match senza KO.
Una partita che, dopo il sentito minuto di raccoglimento per commemorare il compianto Davide Astori, si era messa malissimo per la Juventus: i bianconeri, stanchi e imballati, privi di diversi elementi di spicco, e con una formazione incerottata e imbastita di giocatori appena rientrati da diversi infortuni, è subito preda delle baldanzose scorribande dell’armata inglese, con il sudcoreano Son a guidare l’avanguardia.
L’attaccante asiatico agisce come una scheggia impazzita nei pur solidi ingranaggi bianconeri, e la retroguardia composta da Barzagli, Benatia e Chiellini, la nuova BBC che ha raccolto il testimone del post-Bonucci, dopo 39 minuti di traballante resistenza tracolla: dopo un batti e ribatti è proprio Son ad approfittare delle mancanze della difesa piemontese, con un fortunoso scavetto che supera Buffon già disteso a terra.
Sembra essere il preludio della fine, e il primo quarto d’ora del secondo tempo di gioco pare confermare tale inerzia, con un Tottenham capace di esercitare un’enorme pressione alla costante ricerca del gol del raddoppio. Kane viene però disinnescato in un modo o nell’altro, e l’ingresso in campo di Lichtsteiner, tra le poche carte rimaste a disposizione nel mazzo di Allegri, stravolge l’inerzia della gara: proprio lo svizzero, che come la scorsa stagione era stato inizialmente escluso dalla lista Champions, a 3 minuti dall’ingresso in campo si rende protagonista della rocambolesca azione che porta al pareggio infiocchettato da Higuain con un colpo volante.
Il Pipita, non al meglio e contro una compagine nel pieno della sua forma atletica, due giri di lancette più tardi incoraggia e serve lo scatto di Dybala, e la Joya, anch’egli non al meglio della forma, esattamente come pochi giorni fa contro la Lazio firma un gol che potrebbe essere un crocevia fondamentale per la stagione della Juventus.
Da lì in poi inizia un’ultima partita, ove la fatica e la sofferenza bianconera viene premiata contro la furente arrembata degli Spurs: in particolar modo al 91°, ove il gruppo arbitrale non vede una netta posizione di fuorigioco su Kane, e prima il palo, poi Barzagli sulla linea di porta, salvano una qualificazione che assume i contorni dell’impresa. O della mezza impresa, se vogliamo: ma ai quarti di finale, probabilmente, i bianconeri dovranno trovare anche l’altra parte, se vorranno aspirare a qualcosa di più.