Montecatini da oggi è certamente più triste. Se n’è infatti andato all’età di 62 anni Stefano Ranuzzi, figura storica del basket rossoblu e personaggio molto importante in tutta la storia della pallacanestro italiana.
Ranuzzi era nativo di Bologna, e proprio nella città felsinea è morto ieri, a 62 anni. Era arrivato a Montecatini nel 1981, come giocatore: nella cittadina toscana era rimasto fino al raggiungimento della storica promozione in Serie A.
Da giocatore, Ranuzzi ha vestito anche le maglie della Virtus Bologna e della Mens Sana Siena. In seguito ha deciso di intraprendere la carriera di allenatore: la prima esperienza fu proprio nelle giovanili di Montecatini (due finali nazionali con Gabriele Niccolai in campo) nella stagione ’88/’89. Successivamente ha guidato Montecatini in A1, Montegranaro in A2, Castel San Pietro in B d’Eccellenza, il San Severo in B2, solo per citare le panchine più prestigiose occupate in campo maschile.
Ranuzzi era anche tornato a Montecatini nel 2000, come head coach: fu quello un anno molto difficile, caratterizzato da diverse vicissitudini societarie. Tuttavia, grazie anche a Ranuzzi, Montecatini disputò un ottimo campionato e chiuse al dodicesimo posto con una salvezza che all’inizio di stagione pareva un’utopia.
BONACINI: “FELICE PER LO SPLENDIDO ESORDIO”
Una delle sorprese più liete nella vittoria della Grissin Bon Reggio Emilia sull’Olimpia Milano è stata certamente rappresentata dall’esordio nel quintetto del giovanissimo Federico Bonacini, 18 anni il prossimo 23 gennaio.
In un’intervista alla Gazzetta, Bonacini ha espresso tutta la sua gioia per un debutto che non poteva essere migliore di così: “Ho ricevuto tanti sms, soprattutto dai parenti. Ed uno speciale di Giuseppe Mangone, mio allenatore nelle giovanili – ha detto Bonacini – Siamo una buona squadra, che non ha nulla da invidiare a tutte le altre. Lavorando giorno dopo giorno sono convinto possiamo arrivare lontano”.
Bonacini ha poi confessato qual’è il suo idolo: “Uno su tutti, Russell Westbrook. Ha tutto ciò che serve per essere una superstar: personalità, talento, agonismo. Anche se il più forte è Lebron James”.