Una volta era il Muro del pianto: uno degli elementi più sacri e più noti della cultura e della religione ebraica. Metaforicamente parlando, nello sport del calcio, è diventato il simbolo sul quale si scontrano le velleità offensive di ogni attaccante: che si tratti di un grande portiere o di un insuperabile difensore, il Muro del pianto rappresenta talvolta il perno sul quale si fonda un’intera squadra. Capita però, talvolta, che il Muro del pianto faccia il percorso inverso, trasformandosi nel Pianto del muro: e così il Milan, che tra campionato ed Europa League si era fin qui segnalata come una delle squadre difensivamente più impermeabili d’Italia in questo primo scorcio stagionale, è crollato sotto l’assedio della Lazio. E il giocatore più criticato, manco a dirlo, è stato il capitano Leonardo Bonucci.
Leonardo Bonucci, acquistato dalla Juventus nella sessione estiva di calciomercato al termine di una trattativa a dir poco clamorosa, negli anni di permanenza presso il club bianconero è diventato uno dei difensori migliori dell’intero palcoscenico mondiale, formando con Andrea Barzagli e con Giorgio Chiellini una delle migliori retroguardie dell’ultimo decennio.
Posto come uno degli elementi centrali del Milan di nuovo corso, tanto da ricevere i gradi di capitano oltre allo stipendio più alto di tutta la Serie A, le prestazioni di Bonucci in rossonero fin qui non erano però state particolarmente convincenti, e contro la Lazio, presumibilmente, il centrale di Viterbo è stato il peggiore in campo: costantemente superato dagli avversari, sempre in ritardo su Immobile e sugli altri giocatori biancocelesti, Bonucci è stato letteralmente massacrato sui social network, protagonista di tanti sfottò o di una serie di meme provenienti anche dagli stessi sostenitori rossoneri.
Non ultima, la brutta pantomima di cui il capitano del Milan si è reso protagonista alla fine del match, quando, con evidente e crescente nervosismo, ha dato vita in diretta mondiale a un evitabile diverbio con Ciro Immobile: reo, a quanto pare, di aver tentato un pallonetto da lunga distanza, che evidentemente nei pensieri di Bonucci rappresenta una umiliazione troppo grande per il club rossonero.
Difficile dire adesso quanto vale effettivamente il Milan, e quanto lontano riuscirà ad arrivare: non era invincibile prima, quando vinceva amichevoli estive e preliminari di Europa League con improbabili formazioni straniere. E non è scarso adesso, che è stato annichilito da una squadra molto più rodata e consolidata come la Lazio. Quel che è certo, è che bisognerà lavorare ancora, e parecchio. Il passaggio al 3-5-2, in questo senso, pare una soluzione immediata e quasi naturale. Ma sarà anche sufficiente?