L’obiettivo era far sì che la sconfitta di San Antonio rimanesse un semplice incidente di percorso. Tuttavia, la trasferta di Detroit non si presentava affatto semplice per Boston: questa prima parte di stagione ha mostrato degli ottimi Pistons, seppure Drummond e soci abbiano accusato un vistoso calo nelle ultime uscite.
I Celtics sono riusciti nell’impresa: l’81-91 finale regala il quinto successo nelle ultime sei gare alla franchigia del Massachusetts, che possono così archiviare il ko contro gli Spurs e riprendere la corsa verso la vetta della Eastern Conference.
Nel primo tempo la truppa di coach Stevens colpisce a ripetizione: la difesa di Detroit fa molta fatica a contenere la verve di Irving e Horford. Van Gundy opera qualche aggiustamento in corso d’opera, e i Pistons riescono ad andare all’intervallo sotto di soli 7 punti.
Al rientro in campo ci si aspetta un contributo maggiore da parte di Drummond, fino a quel momento davvero poco incisivo. Ma la gara storta del top player di Detroit prosegue: Boston ne approfitta, volando addirittura sul +18. A questo punto l’inerzia del match cambia radicalmente: i Pistons tirano fuori tutto il loro orgoglio, si sveglia anche Drummond e la Little Caesars Arena ritrova energia e voce. Detroit risale fino al -4, ma i Celtics non perdono la calma e con freddezza piazzano i canestri decisivi: le bombe di Horford e Tatum infliggono ai Pistons la sesta sconfitta consecutiva.
Uno degli uomini “vetrina” in NBA è senza dubbio Victor Oladipo. Anche ieri, il 25enne di Indiana ha letteralmente incantato il pubblico della Bankers Life Fieldhouse: 47 punti (e 6 assist) nella vittoria dei Pacers contro i Denver Nuggets (126-116 ot). E’ proprio Oladipo a trascinare Indiana all’overtime e a dominare il supplementare: quarto successo di fila per coach McMillan.
Continua la crisi di Philadelphia, che a New Orleans (senza Embiid) incassa la quarta sconfitta consecutiva (131-124): 34 punti di Holiday.