LeBron devasta Boston, Cleveland pareggia i conti: 111-102, serie sul 2-2

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Mai dare per morti i Cleveland Cavaliers. Uno sbaglio commesso dopo il deludente quarto posto nella Eastern Conference, prima di gara 7 contro Indiana e prima della serie contro Toronto. E ancora una volta, dopo il 2-0 rifilato dai Celtics nei primi due match della finale di Conference. La franchigia dell’Ohio, quando la palla comincia davvero a scottare, viene sempre fuori prepotentemente: così come in gara 3, anche ieri sera non c’è stato scampo per Boston (111-102), annichilita da un team che quando gioca alla Quicken Loans Arena sa trasformarsi in una belva feroce.

Poi, naturalmente, c’è quel “piccolo particolare” che fa sempre la differenza. Anche ieri LeBron James ha spiegato al mondo intero il motivo per cui è doverosamente considerato uno dei giocatori più forti di tutti i tempi: 44 punti per il “King”, di cui 22 solo nel primo tempo. I numeri di LBJ sono da capogiro: ha totalizzato più di 20 punti in un tempo per la nona volta in questi playoff, ha superato Abdul Jabbar per numero di canestri nella post season, ha segnato almeno 40 punti in questi playoff per la sesta volta, superando quanto fatto da Iverson nel 2001 e mettendo così nel mirino Jerry West (8, nel 1965) e Michael Jordan (7, nel 1989).

Dall’altra parte, i Celtics non sono mai sembrati in grado di vincere la gara. Dopo aver sofferto le pene dell’inferno nel primo tempo, la truppa di Stevens si è riorganizzata nella ripresa ed è rimasta in vita fino a metà ultimo quarto: a quattro minuti dalla sirena, infatti, i “verdi” del Massachusetts erano risaliti fino al -7. Ma lo sforzo è terminato lì. Cleveland non ha più concesso nulla e ha tenuto a distanza di sicurezza gli ospiti. Solo 18 punti per Tatum, mentre Jaylen Brown ha chiuso con un bruttissimo 1/8.

Boston torna a casa con due ko su due alla QLA: in gara 5 servirà ritrovare lo smalto dei primi due match per arginare un LeBron formato “monstre”.