E chi li ferma più. Il successo di ieri sera contro New Orleans ha il sapore della storia per Houston: 59esima vittoria stagionale per gli uomini di Mike D’Antoni, che battono il proprio record personale stabilito nel 1993-1994, ovvero nell’anno che portò al trionfo nell’indimenticabile serie finale contro New York.
Un dato che aumenta ancora di più la considerazione nei confronti di questi Rockets. I biancorossi texani stanno praticamente dominando la Western Conference, costringendo la corazzata Golden State, campione in carica e finalista delle ultime tre edizioni, ad accontentarsi di un probabilissimo secondo posto.
Anche nel match di ieri al Toyota Center il protagonista assoluto è stato James Harden. Il “Barba” ha messo a referto 27 punti e 8 assist, mentre a rimbalzo c’è stato il solito dominio di Clint Capela (16). D’Antoni ha dovuto fare nuovamente a meno di Chris Paul, ancora fermo ai box per il problema al bicipite femorale sinistro, ma stando a quanto riferito dallo staff il suo rientro è ritenuto possibile già nella gara di stanotte contro Atlanta.
Assenza pesante anche per i Pelicans, che si presentano sul parquet di Houston senza un elemento di livello come Rajon Rondo. I Rockets partono subito forte e fanno capire agli avversari che la voglia di infrangere il record del 1994 è troppo forte: NOLA prova a resistere all’urto affidandosi principalmente a Davis (25 punti), ma l’argine regge molto poco e nel secondo tempo Houston dilaga, concludendo il match sul 114-91.
Sesto successo consecutivo per gli scatenati Philadelphia 76ers, che non hanno nessuna intenzione di mollare il quarto posto a Est e addirittura fanno un pensierino alla terza piazza attualmente occupata dai Cavaliers. Niente da fare per Minnesota al Wells Fargo Center: 120-108 per la truppa di Brown, con un’altra ottima prova di Marco Belinelli (17 punti). I Sixers, avanti di 29 all’inizio dell’ultimo quarto, danno spazio alle seconde linee e per poco i T’Wolves non rientrano in partita: quando Minnie si riporta a soli 10 punti, Brown rimette dentro Embiid, Simmons e Belinelli, che mettono al sicuro il successo.