Vincere aiuta a vincere. Houston non si è fatta “ubriacare” dalla bella vittoria contro Golden State e ha mantenuto alta la concentrazione per superare una delle franchigie più in forma della Lega. Sì, perchè il match di ieri si presentava tutt’altro che agevole per gli uomini di D’Antoni, dato che Miami aveva tutte le intenzioni di dare concretezza al proprio periodo d’oro espugnando il Toyota Center. Non ci è riuscita, un pò perchè alla lunga ha pesato l’assenza di Dragic, un pò perchè si è trovata davanti un James Harden in grande condizione.
A fare la differenza in favore dei Rockets (99-90) è stato proprio il “Barba”, che ha messo a referto 28 punti. Ha fatto il suo dovere anche Chris Paul, sia in fase di realizzazione (16 punti) che in ‘regia’ (6 assist). E’ soprattutto nel finale di gara che Houston imprime l’accelerata decisiva, con gli Heat incapaci di reagire.
Fino ad allora il match era stato altamente equilibrato. Anzi, nel primo tempo è Miami a condurre le operazioni, con Houston un pò in difficoltà in difesa, spesso bucata da un ottimo Whiteside (22 punti e 13 rimbalzi). Ma nel terzo quarto sale in cattedra Harden, che si carica i Rockets sulle spalle: si lotta punto a punto, fino alle battute finali, quando i texani trovano le forze per infliggere un parziale di 11-2 che spezza le gambe a Miami e regala a D’Antoni il terzo successo consecutivo.
Ci vogliono due overtime per far sì che i Pelicans escano vincitori dal confronto con i Bulls: 132-128 il punteggio finale, con un Cousins a dir poco straripante. I suoi 44 punti, 24 rimbalzi e 10 assist entrano nella storia: una roba del genere non si vedeva dal 1972, e a realizzarla fu un certo Abdul Jabbar…
40 punti anche per Wiggins nel bel successo esterno di Minnesota, che sbanca lo Staples Center: i Lakers di coach Walton devono arrendersi (118-126). Male Philadelphia, che a Memphis incassa la seconda sconfitta nelle ultime 10 gare: 105-101 per i Grizzlies, in ombra Embiid.