Un’ottima prestazione e un Damian Lillard stellare (39 punti) non bastano ai Portland Trail Blazers per uscire indenni dalla Oracle Arena. Tornati a giocare davanti al proprio pubblico dopo sei gare in trasferta (tutte vinte…), i Golden State Warriors ottengono la settima vittoria consecutiva (111-104) e proseguono il loro testa a testa con gli Houston Rockets al vertice della Western Conference.
Portland tiene testa ai campioni in carica fino alle battute finali, quando però gli uomini di coach Stotts non trovano le energie giuste per piazzare il colpo decisivo. I Warriors, invece, sono squadra troppo esperta, e sanno quando colpire e come farlo. L’accelerata decisiva della corazzata in gialloblu avviene tra il secondo e il terzo quarto, quando il vantaggio dei padroni di casa diventa di ben 21 punti. Durant (28 punti) e Thompson (24) dominano la scena, e niente lascia pensare ad un rientro dei Trail Blazers. Ma coach Kerr non aveva ancora fatto i conti con l’orgoglio di Lillard. L’ultimo quarto della stella di Portland è da applausi: i Warriors vanno in difficoltà e gli ospiti tornano a far paura. Ma l’illusione dura poco: è ancora lo “Splash Brother” a chiudere i conti con la tripla del +11 che mette in cassaforte la ventiduesima vittoria stagionale per Golden State.
Se Golden State continua a vincere, Houston fa altrettanto. Il decimo successo di fila è forse uno dei più importanti del ‘filotto’: il 130-123 con cui i Rockets regolano i Pelicans arriva dopo una gara durissima, con New Orleans che ha toccato anche il +13. Nell’ultimo quarto coach D’Antoni trova linfa vitale da Paul, fino a quel momento assente ingiustificato: oltre al parziale che rimette in carreggiata Houston, è suo l’assist che consente a Gordon di esplodere la tripla del sorpasso. I Pelicans controsorpassano con Rondo, ma Harden (26 punti e 17 assist) non ci sta e infila 12 punti consecutivi: Toyota Center impazzito, i Rockets restano primi a Ovest.