Il riscatto di Venezia non tarda ad arrivare. Dopo la battuta d’arresto interna in campionato contro la Fiat Torino, che ha comportato il primo stop in Serie A degli uomini di De Raffaele con conseguente perdita del primato (al momento c’è solo Brescia in testa a punteggio pieno, ndr), ci si aspettava una reazione immediata da parte dei campioni d’Italia in carica.
E quale migliore occasione dell’impegno europeo per tornare a fare ciò che all’Umana riesce meglio, ovvero vincere. A Lubiana, la Reyer non parte benissimo, probabilmente ancora annebbiata dal ko di domenica al PalaTaliercio: Peric e Haynes non trovano il ritmo giusto, l’Olimpija ne approfitta e vola addirittura sul +12. Nel secondo quarto la Reyer cerca di ricomporsi in difesa, concedendo meno spazi agli sloveni: Bramos si scuote, Venezia va sul -3, nuova accelerata dei padroni di casa ma è fondamentale la tripla con liberi di Ress per andare all’intervallo sotto di sole 5 lunghezze.
Nella ripresa torna sul parquet un’altra Venezia. Parziale di 7-0, prima delle due triple di Johnson. Sorpasso e +6 per la Reyer, ma quando la guardia USA e Peric sono costretti in panchina per il quarto fallo, l’Olimpija può rientrare. L’Umana resiste e all’inizio dell’ultimo quarto tenta la fuga decisiva: gli sloveni recuperano nuovamente il divario, ma sono ancora le due bombe da fuori di Ress a regalare il +8 agli ospiti. Lubiana tenta un’ultima rimonta disperata, ma Watt e Orelik chiudono i conti: termina 66-76 per Venezia, che vola in testa al gruppo C.
Che il Neptunas Klapeida fosse più forte lo si sapeva già dalla vigilia. Capo d’Orlando è riuscita a restare in gara solo nel primo tempo, per poi sprofondare nella ripresa: 60-90, risultato molto pesante per gli uomini di coach De Carlo. Solo all’inizio del secondo tempo l’Orlandina ha un sussulto, ma gli ospiti riprendono subito il controllo delle operazioni per poi dilagare nell’ultimo quarto. Per Capo d’Orlando è la quinta sconfitta in cinque gare di Champions League.