Le possibilità di rimanere attaccati a quel gruppo di otto squadre che disputeranno i playoff erano comunque piuttosto remote, ma certamente una vittoria a Istanbul avrebbe lasciato aperti alcuni spiragli. Milano ha approcciato alla gara nel modo giusto, e c’è stato un momento dove sembrava davvero fatta. Ma la pallacanestro, specialmente in Eurolega, è sempre in grado di sorprendere e sbriciolare quelle che fino a quel momento parevano certezze inappuntabili.
Per tre quarti di match, l’Olimpia gioca un ottimo basket. Gli uomini di Repesa comandano la gara in lungo e in largo, fin dalle prime battute: molto concentrati in difesa, pungenti in attacco, i biancorossi raggiungono prima il massimo vantaggio di 19 punti (con tripla del +22 fallita da Kalnietis) e in seguito vanno all’intervallo avanti di 14 lunghezze (54-40), lasciando di ghiaccio il pubblico di Istanbul. C’è una sola squadra in campo, ed è quella milanese.
Il terzo quarto è già più equilibrato: l’Efes è un animale ferito, e con le unghie e con i denti tenta di riacciuffare l’Olimpia. Che però resiste e risponde a tono, tanto che a due minuti dal termine del terzo quarto è ancora avanti di 10 grazie ai canestri di Kalnietis e Dragic. Da qui in poi Milano si adagia, e comincia l’incubo. Il parziale vede l’Efes risalire fino al -5, e gli ultimi 10′ cominciano allo stesso modo, con la squadra turca che trova il pari. Milano replica con un parziale di 7-0, ma l’Efes ormai è troppo in palla e rimonta fino al nuovo pareggio firmato Heurtel e al sorpasso targato Balbay. Milano non riuscirà più a recuperare: Sanders avrebbe anche la palla del pareggio, ma la sbaglia. Dall’altra parte tocca a Granger mettere dentro un tiro libero, portando l’Efes sull’88-85 quando mancano solo dieci secondi. L’EA7 ci prova, ma ormai è troppo tardi: Istanbul è ancora amara, Milano saluta l’Eurolega.