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Coach Sacchetti si racconta: "Il basket è di chi lo vive tutti i giorni"

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di Redazione

21/09/2016

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sacchetti basket Anche le persone normali possono fare cose straordinarie. Romeo Sacchetti, coach dell'Enel Brindisi, ha voluto raccontarsi per quello che è: un uomo semplice, capace di conquistare da coach uno storico scudetto con la Dinamo Sassari nella storica finale del 2015 contro la Grissin Bon Reggio Emilia (oltre ad un europeo e un argento olimpico da giocatore) Nel suo libro "Il mio basket è di chi lo gioca" - scritto con Nando Mura, editore Add - il 63enne spiega che lo sport non è di chi lo vuole 'comandare', ma di chi lo pratica tutti i giorni. E che non va preso sempre sul serio: ci può stare qualche momento di svago, di relax, di 'cazzeggio', anche nello spogliatoio. A patto che si remi tutti verso lo stesso obiettivo. "Nessuno mi ha regalato niente: sono partito dalla gavetta, in C2, e sono arrivato in cima. Da uomo libero che vuole un gioco libero - ha raccontato Sacchetti in un'intervista a "La Repubblica" - Ho marcato anche Michael Jordan, ma mi ha schiacciato con la testa all'indietro, come a dire: guardami, non mi acchiappi. Lui, Larry Bird, Drazen Petrovic erano veramente imprendibili. Ma ci metterei dentro anche Larry Wright". Per Sacchetti il gioco è piacere: sbraitare, appesantire gli altri, con la paura di sbagliare, non serve. "Io da giocatore mi sono costruito, avevo una taglia large, ma piedi rapidi - prosegue il coach dell'Enel Brindisi - Mi piace il talento, forse perché io non l'avevo, per questo all'ego straordinario concedo qualcosa in più". BULGHERONI: "CI SERVE UNA GRANDE NAZIONALE"  "Abbiamo vissuto anni importanti, ma al di sopra delle nostre possibilità. Ora non possiamo più prescindere dai vivai, anche se poi c’è il problema di trattenere i giocatori. Però ci servono i giovani e ci serve una buona Nazionale". Lo ha detto al "Corriere della Sera" l'ex Presidente della Pallacanestro Varese, Antonio Bulgheroni, oggi membro del CdA della società lombarda. E sul campionato: "L'Olimpia Milano è come la Juve, fatte le debite proporzioni. Ammazza il campionato? Forse sì, ma sarà stimolante provare a fermarla".  
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