La furia di Repesa e le turbe di Gentile: Milano ad una svolta

repesa milano

foto La Presse

Lo sfogo di coach Repesa dopo il match contro la Fiat Torino ha lasciato strascichi nello spogliatoio dell’Olimpia Milano. A guardare la classifica, il team di Giorgio Armani è quello che dovrebbe avere meno preoccupazioni: sei vittorie su sei e primato in solitaria, pur avendo alle calcagna formazioni solide e pericolose come la Sidigas Avellino e la Grissin Bon Reggio Emilia.

Ma quello che non soddisfa Repesa è il gioco, e la superficialità con cui alcuni protagonisti interpretano le gare. Milano è stata costruita per primeggiare non solo in Italia, ma anche in Europa. Il presidente Armani è stato chiaro: “Bisogna puntare a vincere anche l’Eurolega”. Ecco perchè Repesa, nel post-partita al PalaRuffini, ha espresso tutta la sua rabbia per come era stata condotta la partita, nonostante la vittoria.

“Di questa partita salvo solo il risultato – ha detto Repesa – Abbiamo segnato ancora 100 punti ma continuiamo a fare una fatica enorme per vincere. Questo perchè i giocatori non piegano le gambe in difesa e pensano solo a sistemare le cifre in attacco per le proprie statistiche individuali. Vedo poco orgoglio e molto egoismo tra loro. Così non si va da nessuna parte”. Motivi che hanno spinto il coach dell’Olimpia ad ordinare allenamento doppio per la giornata di lunedì.

I riflettori sono tutti puntati su Alessandro Gentile: per molti, la filippica di Repesa era riferita in particolare all’ex capitano. Da quando Gentile ha manifestato il desiderio di giocare in NBA, qualcosa si è rotto tra il giocatore e l’EA7, tanto che gli è stata sfilata anche la fascia di capitano. Tuttavia, la società non sembra aver gradito i toni di Repesa, e avrebbe preferito delle critiche all’interno dello spogliatoio piuttosto che in pubblica piazza.

Ma un grande giocatore come Gianluca Basile lo difende: “Repesa ha ragione – ha detto Basile – In Italia il talento ti permette di vincere partite anche quando subisci quasi 100 punti, ma il conto lo paghi in Eurolega. L’ultima generazione di giocatori non ha nelle sue corde la voglia di sbattersi in difesa”.

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