Cleveland risorge, e per farlo non poteva che affidarsi al suo campione. C’è voluta tutta la classe di LeBron James per permettere ai Cavs di avere ragione di una Chicago particolarmente combattiva, che ha mollato solo nell’ultimo quarto. A detta di molti addetti ai lavori, i Cavaliers restano ancora la squadra da battere a Est, ma coach Lue dovrà lavorare parecchio sull’assetto difensivo, dato che anche ieri sera si sono visti diversi problemi anche contro un team non eccezionale come i Bulls.
La partenza di Cleveland era stata da ‘horror’: nel primo quarto non c’è quasi traccia di LBJ e soci, e i Bulls ne approfittano portandosi addirittura sul +14. Quando si sveglia “King” James, comincia la gara dei Cavs: LeBron totalizza 34 punti e 13 assist, ma Cleveland si affida anche alle giocate di Love (20 punti e 12 rimbalzi) e alla buona prova (era ora!) di Wade, che ha messo a referto 11 punti con 5/7 al tiro.
Chicago ha provato a resistere all’onda d’urto, aggrappandosi principalmente alle giocate di Markkanen e ai canestri di Holiday (25 punti), ma negli ultimi 10′ i Cavaliers restano concentrati e vanno a vincere 119-112.
A Cleveland risponde molto bene Boston, che rispetta pienamente il pronostico contro New York. Al TD Garden non c’è mai partita tra i due team: i Celtics vanno sul +13 già nel primo quarto, con i Knicks che non riusciranno mai ad impensierire la truppa di coach Stevens. Finisce 110-89 per i padroni di casa, per i newyorkesi ci sono da risolvere una valanga di problemi.
Splendida vittoria esterna di Indiana, che segna addirittura 130 punti su un parquet durissimo come quello dei Minnesota Timberwolves. Oladipo mette a segno 28 punti, ma è la percentuale al tiro dei Pacers (67%) a fare la differenza. Minnie si affida a Towns (28 punti), ma non basta.
Vincono nettamente anche i Clippers, che superano 102-84 gli Utah Jazz. Da segnalare la prova di Danilo Gallinari: 14 punti e un buon impatto nel match, Doc Rivers può essere soddisfatto.