Si sa, vedere Golden State perdere due partite consecutive è quasi impossibile. La corazzata gialloblu ci ha abituati a piccoli incidenti di percorso, o per dirla alla Battisti “innocenti evasioni”, prima di tornare subito in carreggiata. La batosta subita a Salt Lake City contro gli Utah Jazz è stata proprio questo: una ‘buccia di banana’ da cui i Warriors si sono immediatamente rialzati, conquistando la 41esima vittoria stagionale sul parquet dei Sacramento Kings.
Tuttavia, nel successo dei campioni in carica sono determinanti due fattori. Il primo ha un nome e un cognome: Kevin Durant, autentico dominatore del Golden 1 Center. L’ex OKC manda in crisi la retroguardia di coach Dave Joerger con 33 punti (6 triple) e il 70,6% dal campo. E poi, Golden State deve ringraziare lo scarso cinismo dei Kings, che nel momento decisivo avrebbero potuto davvero fare male agli uomini di Kerr, fin troppo spreconi (25 palle perse).
Sì, perchè Golden State era scappata via tra la fine del terzo quarto e l’inizio dell’ultimo: il +14 sembrava regalare una certa sicurezza agli ospiti, convinti da quel momento in avanti di cullarsi sul vantaggio accumulato. Ma Sacramento non ha mollato un centimetro, e in pochi minuti si è rifatta decisamente minacciosa, fino al -1 siglato da Hield. Il momento di panico dei Warriors dura un niente: è ancora Kevin Durant a condurre le operazioni, ben coadiuvato dagli “Splash Brothers”. Curry ne infila 23, Thompson altri 20 e Golden State si impone 104-119.
Vittoria netta per Toronto, che all’Air Canada Centre batte largamente Portland (130-105). Bella reazione dei Raptors, che riscattano il ko subito contro i Wizards: l’uomo partita è ancora una volta DeMar DeRozan (35 punti), ai Blazers non bastano i 32 punti e 10 assist di Lillard, che diventa il più giovane di sempre a sfondare quota 10,000 punti in carriera.
Philadelphia è tutta concentrata sugli Eagles, che domani notte disputeranno il Super Bowl contro i Patriots, ma intanto ci sono i Sixers. Il team di Brown torna alla vittoria dopo 3 sconfitte consecutive: la coppia d’oro Simmons-Embiid piega Miami (103-97), nonostante l’ormai consueto ultimo quarto “horror” di Phila.