Quella di ieri è stata probabilmente una delle giornate migliori nella vita di Joel Embiid. La prestazione sontuosa offerta al TD Garden è stata senz’altro frutto della soddisfazione per la prima chiamata per l’All Star Game, ricevuta qualche ora prima del match di Boston.
La ‘convocazione’ di Embiid ha fatto scatenare tanti commenti sui social da parte di molti fan che non hanno dimenticato la provocazione di Rihanna: “Torna da me quando sarai un All-Star”, rispose la celebre cantante al cestista di Phila quando quest’ultimo fece di tutto per uscire con lei. Nel post gara Embiid è stato lapidario: “Mi ha già rifiutato una volta, perchè dovrei riprovarci?”. Ma conoscendo il carattere di Joel, è presumibile che ci riproverà eccome.
Tralasciando i gossip, Embiid (26 punti, 16 rimbalzi e 6 assist) è stato il dominatore della sfida tra Celtics e Sixers (80-89). Gli uomini di coach Brown volevano a tutti i costi vendicare la bruciante sconfitta rimediata una settimana fa a Londra, quando Phila dilapidò addirittura 22 punti di vantaggio. Anche stavolta i Sixers giocano un ultimo quarto “horror” – ormai una costante – e rischiano di mandare all’aria quanto fatto per 3/4 di gara. Fino all’ultimo periodo, al TD Garden ci sono solo gli ospiti, con Embiid e McConnell che mandano costantemente in crisi la retroguardia dei Celtics. Boston, priva di Irving, precipita fino a -20, ma nell’ultimo quarto si sveglia e rischia di bissare la rimonta londinese: quando Tatum firma il -7 a 2 minuti dalla fine la panchina di Phila rivede gli incubi, ma stavolta il ribaltone non si concretizza.
Torna alla vittoria Cleveland, ma lo fa con una fatica enorme. Alla Quicken Loans Arena i Cavs battono di misura Orlando (104-103) e mettono fine alla serie di 4 sconfitte consecutive. Con un LeBron piuttosto spento (16 punti e 6 assist), Cleveland si affida a Thomas (21 punti): Magic al 17esimo ko nelle ultime 19.
Torna James Harden e Houston sorride: 116-98 contro Minnesota, con 30 punti di uno scatenato Gordon.