Faticano più del dovuto i Warriors per avere ragione degli Hawks (109-114). Alla fine, però, l’epilogo è sempre lo stesso: ad esultare è sempre Golden State, che infila la quarta vittoria consecutiva e continua il testa a testa con gli Houston Rockets in vetta alla Western Conference.
L’unica grana per i gialloblu di Oakland è rappresentata dalle condizioni non ottimali di Steph Curry. Lo “Splash Brother” viene richiamato in panchina da coach Kerr durante il terzo quarto per un infortunio alla caviglia verificatosi ad inizio gara: pare si tratti di una leggera distorsione, niente di grave ma abbastanza sufficiente per far scattare un piccolo allarme.
D’altronde è proprio Curry uno dei mattatori di giornata: 28 punti per Steph, che vanno ad aggiungersi agli altri 28 messi a segno da Kevin Durant. Quando hai di fronte questi due devi fare un’impresa per portare a casa il match: Atlanta ce l’ha messa davvero tutta, a dispetto della sua poco invidiabile posizione di classifica. Gli uomini di coach Budenholzer sono stati sotto per tutto il tempo, ma nel finale hanno tentato di spaventare i campioni in carica, sfruttando l’infortunio di Curry e la verve di Bazemore (29 punti) e Schroder (27). Gli Hawks arrivano fino al -2, ma Bazemore si fa rubare palla da Igoudala che si invola verso il canestro: Golden State trema, ma vince ancora.
In cima alla Eastern Conference ci sono (meritatamente) i Toronto Raptors. Il team di Casey ha vinto dieci delle ultime 11 gare: ieri a Washington, su un parquet tutt’altro che agevole, è arrivato il terzo successo consecutivo (95-102), grazie soprattutto ai 23 punti di DeMar DeRozan. Ma Toronto trova un’enorme linfa vitale anche dalla panchina: 50 punti per le riserve di coach Casey, che si gode la sempre più evidente crescita del collettivo canadese.
Sfida nella sfida quella tra Booker e Westbrook: la vince Russell, che mette a referto 43 punti, 14 rimbalzi e 8 assist (contro il 39+6+8 di Devin) e consente a OKC di espugnare Phoenix (116-124).