In molti, nel presentare questa sfida, la definivano come possibilmente equilibrata, con Golden State favorita ma che avrebbe senza dubbio faticato contro una compagine di buon livello come quella dei Clippers.
Ma i losangelini hanno confermato un’ennesima volta come la brillante squadra ammirata nella prima parte di stagione sia ormai solo un lontano ricordo. Gli uomini di Doc Rivers resistono allo tsunami gialloblu solo nel primo quarto, per poi essere travolti dalla furia dei Warriors. In particolare, il protagonista assoluto del match è – manco a dirlo – Steph Curry: 43 punti e 9 rimbalzi per lo “Splash Brother”, che regala al suo pubblico una prestazione da vero MVP.
Il punteggio è schiacciante, umiliante: 144-98 per i padroni di casa, un -46 che annienta i poveri Clippers. La forza indiscussa dei Warriors e l’assenza prolungata di Chris Paul non può essere l’unica giustificazione per una batosta di tali proporzioni. Il divario diventa talmente ampio già a metà match da convincere coach Kerr a far riposare man mano tutti i suoi uomini migliori: rientrano progressivamente in panchina prima Kevin Durant, poi tutti gli altri titolari. Doc Rivers non può far altro che incassare la pesantissima sconfitta, la quarta nelle ultime 5 gare.
Thomas show a Milwaukee: il top player dei Boston Celtics mette dentro 37 punti (oltre a 8 assist) che permettono alla franchigia del Massachusetts di espugnare all’overtime il parquet dei Bucks (108-112). Un altro ko per Milwaukee, non in splendida forma in questo periodo a causa anche di un Antetokounmpo non al massimo del suo rendimento.
Nessuno immaginava che la miglior difesa dell’NBA potesse andare così tanto in difficoltà contro i Grizzlies: ma Memphis sorprende tutti e va a vincere in casa Jazz (95-102), grazie anche alle ottime prove di Randolph (28 punti) e Conley (23). Successi casalinghi per Miami e Minnesota, rispettivamente contro Detroit e Brooklyn: per Minnie da segnalare i 37 punti, 13 rimbalzi e 4 stoppate del sempre eccellente Towns.