Seconda puntata, stesso copione. Esattamente come a Natale, Golden State vince nuovamente quella che è la sfida per eccellenza delle ultime stagioni in NBA. Cleveland deve arrendersi allo strapotere gialloblu anche dinanzi al proprio pubblico: 108-118 per i Warriors, che infilano la tredicesima vittoria consecutiva lontani dalla Oracle Arena. Per i Cavs, invece, quello di ieri sera è il 4° ko consecutivo. Ed è quello che sancisce definitivamente la superiorità dei campioni in carica.
Dove ha vinto Golden State? Nella lucidità, nella pazienza, nelle maggiori risorse, e nella capacità di saper ergere un muro difensivo quando la partita lo richiedeva, ovvero nell’ultimo quarto. Sì, perchè nel primo tempo la “defense” di coach Kerr non aveva funzionato benissimo, concedendo anzi a LeBron e soci di colpire ripetutamente. King James ha messo 16 punti solo nel primo quarto, concludendo poi la sua gara con 32 punti, 8 rimbalzi, 6 assist e 4 stoppate (ma pesano anche le 8 palle perse, ndr). Ma come spesso succede in questa stagione, la stella dei Cavaliers si è ritrovata a predicare nel deserto: Kevin Love parte bene ma pian piano sparisce, Wade non si vede quasi mai. L’unico ad aiutarlo è Thomas: l’ex Boston appare in crescita (19 punti) ma ai Cavs serve di più.
Ai Warriors, invece, girano bene tutti. Non solo Kevin Durant (32 punti) e Steph Curry (23), ma anche un preziosissimo Draymond Green (11 punti, 16 rimbalzi e 9 assist), che si conferma in splendida forma. Dopo un primo tempo chiuso con Cleveland avanti 64-57, nella ripresa si è vista la vera Golden State, capace di blindare la difesa e di non concedere praticamente più nulla all’acerrima rivale. Dopo il 93-93 siglato da Thomas all’inizio del quarto periodo, i Cavs non riusciranno più a trovare il canestro, fallendo 15 dei 16 tiri successivi. L’unico che prova a resistere è LeBron, ma le armi di coach Kerr sono troppe: Golden State batte ancora Cleveland e si conferma regina assoluta della Lega.