Harden leggendario: 60 punti! Disastro Cavs, Utah sorprende i Warriors

houston orlando

Di certo Houston non pensava di dover faticare così tanto contro Orlando. La squadra di coach Vogel arrivava in Texas reduce da 11 sconfitte nelle ultime 13 gare e senza poter disporre nemmeno di uno dei propri uomini migliori, visto l’infortunio al flessore dell’anca che ha tenuto ai box Aaron Gordon. Insomma, i Magic sembravano proprio destinati al ruolo di vittima sacrificale. Ma si sa, nessun match in NBA può dirsi scontato, e infatti i Rockets hanno avuto bisogno di un Harden semplicemente leggendario per avere ragione di una coriacea Orlando.

Il Toyota Center si stropiccia gli occhi, incredulo di fronte alla prova fantascientifica del “Barba”: i suoi 60 punti significano non solo career high, ma anche record di franchigia. Se poi ci metti anche 11 assist e 10 rimbalzi, entri definitivamente nella storia, dato che diventi il primo giocatore di sempre a realizzare una tripla doppia con almeno 60 punti a referto. Insomma, numeri da capogiro per il buon James, che trascina (è proprio il caso di dirlo) la truppa di Mike D’Antoni ad un successo che altrimenti sarebbe stato difficile cogliere.

Merito soprattutto dei Magic, che hanno disputato un’ottima partita nonostante il momento tutt’altro che positivo. La contesa è rimasta in equilibrio fino all’ultimo quarto, quando è partito l’Harden show e per Orlando non c’è stato più nulla da fare: finisce 114-107 per Houston.

Cleveland è davvero un disastro. Contro una Detroit ridotta ai minimi termini per la trade che ha portato Griffin in Michigan e reduce da otto ko di fila, i Cavs incassano la ventesima sconfitta stagionale e registrano anche l’infortunio di Kevin Love, che dovrà star fuori un paio di mesi. Il mattatore è sempre Drummond, che infila 21 punti, 22 rimbalzi e 7 assist.

Golden State si prende un giorno di ferie. I campioni in carica crollano a Salt Lake City sotto i colpi di Rubio (23 punti e 11 assist): Utah si impone 129-99, a coach Kerr non bastano i 27 punti di Klay Thompson.

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