Dopo le polemiche, la parola al campo. Dove James Harden, come al solito, si trova perfettamente a suo agio. Il “Barba” resta sul parquet per quasi tutta la durata del match tra gli Houston Rockets e i New York Knicks (37 minuti, ndr) sfiorando la tripla doppia: Harden ha infatti totalizzato 36 punti, 11 assist e 9 rimbalzi nel successo texano sulla franchigia della Grande Mela (117-95).
D’altronde, i grandi campioni rispondono così alle critiche. Negli ultimi giorni aveva tenuto banco la querelle tra il top player di Houston e l’ex coach dei Rockets, Kevin McHale, che aveva espresso tutti i suoi dubbi sul carattere di Harden. “Non è affatto un leader!”, aveva detto McHale, beccandosi la pesante risposta del “Barba”: “McHale è un pagliaccio”.
Per quanto queste discussioni possano risultare divertenti, i tifosi preferiscono senza dubbio le gesta atletiche. Harden è stato l’artefice della bella vittoria dei Rockets al Madison Square Garden, dove coach D’Antoni ha preferito tenere a riposo Chris Paul. New York, dopo il rovescio nel derby contro i Nets, devono nuovamente cedere il passo: vero che quando hai di fronte un Harden formato “monstre” diventa tutto più difficile, specialmente se sei senza uno dei tuoi uomini migliori (Porzingis infortunato, ndr), ma zero vittorie in 4 partite sono senza dubbio un primo campanello d’allarme per Jeff Hornacek.
Umore diametralmente opposto per gli Utah Jazz, che in queste prime 4 gare di preseason hanno raccolto solo gioie. Anche ieri il team di Salt Lake City è riuscito ad imporsi, regolando Phoenix 120-102 nonostante l’assenza di Rudy Gobert. Ottima (era ora!) la prova di Ricky Rubio: il play ha chiuso il suo match con 20 punti, trovando finalmente ottime percentuali al tiro (8/10).
Bene anche Atlanta, che deve ancora fare a meno di Marco Belinelli ma trova un’eccellente risorsa in Dennis Schroder: 100-88 ai Memphis Grizzlies. Vince anche Detroit (107-97 contro Indiana), Boston supera Phila 113-96.