Dopo quanto visto nel primo match di questa serie, in molti pensavano che tra Golden State e Houston non ci sarebbe stata storia. I Warriors erano apparsi troppo superiori e troppo attrezzati rispetto alla pur generosa franchigia texana, e il passaggio dei campioni in carica alle Finals sembrava praticamente scontato.
Ma si sa, nel basket e specialmente nei playoff NBA non c’è mai nulla di deciso. Houston ha reagito da grande squadra alla valanga di critiche che sono piovute addosso a Harden e soci dopo la brutta prova in gara 1. Il match di ieri sera ha ribaltato le sentenze espresse fin troppo frettolosamente nel primo atto disputato al Toyota Center: i Rockets hanno vinto grazie ad una splendida prova collettiva, mentre i gialloblu di Oakland si sono affidati interamente a Kevin Durant, autore di una prova maiuscola (38 punti).
Tutti gli altri hanno profondamente deluso. Oltre a KD, il top scorer è Steph Curry con “soli” 16 punti. Dall’altra parte, invece, D’Antoni ha trovato le risorse necessarie anche dai cosiddetti “gregari” come Tucker e Ariza. A fare la differenza, come sempre, è James Harden: 27 punti e 10 rimbalzi per il “Barba”, che spinge Houston verso una vittoria importantissima per il prosieguo della serie.
Già nel primo tempo si percepisce l’andamento del match. I Rockets sembrano molto più organizzati rispetto a gara 1, mentre Kevin Durant fa subito capire che replicherà l’ottima prestazione di qualche giorno prima. Tuttavia, i texani vanno a segno con ogni componente del quintetto: all’intervallo si arriva con il team di D’Antoni avanti di 14 punti.
Nella ripresa tutti si aspettano la classica reazione “furiosa” dei Warriors. Non solo questa non arriva, ma è sempre Houston a spingere il piede sull’acceleratore: alla fine del terzo quarto, i padroni di casa toccano anche il +19. Nell’ultimo periodo Curry e Durant provano ancora a rimediare, ma i Rockets non perdono mai la bussola e ricacciano indietro gli ospiti. Termina 127-105, i biancorossi texani pareggiano la serie.