San Antonio non riesce a ripartire. Ieri sera all’AT&T Center è arrivata un’altra sconfitta per gli Spurs, la settima nelle ultime dodici e la seconda consecutiva dopo lo stop di Toronto. A spuntarla è Indiana, che conquista il successo grazie ad un’ottima prova del collettivo.
San Antonio fa una fatica enorme senza Kawhi Leonard e Manu Ginobili (che dovrebbe rientrare contro i Cavs), senza dimenticare un altro forfait pesante come quello di Rudy Gay. Forse è anche per questo che Popovich ha provato a rivitalizzare la manovra offensiva dei suoi, mettendo in panchina il 35enne Tony Parker e dando fiducia al 21enne Dejounte Murray, che ha giocato da titolare le prime 19 partite quando il francese stava recuperando da un infortunio.
Adesso la sceltà è “tecnica”, e rappresenta idealmente anche una sorta di passaggio di consegne dal veterano alla promessa. Tuttavia, le cose non sono comunque andate come sperava Popovich: Murray è apparso oltremodo timido, mentre Parker, pur partendo dalla panchina, ha messo dentro 12 punti e 5 assist. La prestazione complessiva degli Spurs non è stata malvagia, ma quando vengono a mancare le “bocche di fuoco” e l’unica presente non gira (solo 10 punti per Aldridge) il risultato finale difficilmente può essere positivo. Indiana (19 punti di Oladipo) era schizzata addirittura sul +17 all’inizio dell’ultimo quarto, prima che gli Spurs cominciassero una rimonta dettata più che altro dall’orgoglio. Bertans infila il canestro del -7, ma San Antonio perde troppe palle decisive e l’avvicinamento non si concretizza.
Lo Staples Center comincia a portare fortuna ai Los Angeles Lakers. Ieri sera è arrivata la quinta vittoria consecutiva (127-107) in casa per la truppa di Walton: niente da fare per New York, schiantata dalla verve di Clarkson (29 punti e 10 assist) e Randle (27 punti e 12 rimbalzi). Il buzzer-beater di Dinwiddie (22 punti) manda in visibilio Brooklyn: i Nets espugnano Detroit (100-101), quinto ko di fila per i Pistons.