Da una parte c’è un collettivo, dall’altra un fenomeno. Ma quando il collettivo funziona talmente bene da arginare le giocate del top player avversario, ecco che il risultato diventa inevitabile. Boston vince gara 1 della finale di Conference contro Cleveland (108-83), e lo fa con quelle che sono le sue caratteristiche migliori: letale sotto canestro, perfetta in difesa, con l’impressione netta di essere sempre estremamente solida.
Stavolta nemmeno LBJ ha potuto fare il miracolo. Il “King” ha totalizzato solo 15 punti, e i suoi compagni di squadra non lo hanno affatto aiutato. La differenza sta tutta lì: i Celtics trovano energie e punti da quasi tutti i propri giocatori. Se nel primo tempo a dominare la scena sono Jaylen Brown (23 punti) e Al Horford (20), nella ripresa i canestri decisivi sono affidati a Rozier e Tatum, senza dimenticare l’ottima performance di Marcus Morris, che gioca al posto di Baynes e mette a referto 21 punti: ancora una volta l’intuizione di coach Stevens si è rivelata azzeccata.
Cleveland impensierisce i padroni di casa solo nei primi due minuti. Poi Boston prende sempre di più il controllo delle operazioni. Già nel primo quarto il match si trasforma in un calvario per i Cavs: alla fine del primo quarto i Celtics volano sul +20, scatenando l’entusiasmo del TD Garden. Nel secondo quarto la musica non cambia: i Cavaliers fanno una fatica enorme a contenere l’esuberanza dei “verdi”, che aumentano il divario e chiudono il primo tempo avanti 61-35.
Gli ospiti danno segni di vita nella ripresa. LeBron e soci tornano in campo con più rabbia, Boston patisce e vede dimezzarsi il vantaggio sugli avversari (78-64) alla sirena del terzo quarto. Il pubblico di casa è preoccupato, ma il collettivo Celtics dimostra ancora una volta la sua strepitosa forza mentale. Nell’ultimo quarto i locali riprendono il largo, toccano di nuovo il +28 e spengono definitivamente i Cavs: gara 1 è di Boston.