“L’odio è sempre esistito in America. Questo lo sappiamo bene, ma Donald Trump ha reso quell’odio nuovamente popolare!“. Risuonano come un boato le parole di LeBron James, che attacca frontalmente il presidente degli Stati Uniti. La stella dei Cavaliers ha affidato il suo pensiero a Twitter, proprio il mezzo più usato dal tycoon per esprimere le sue posizioni che fanno spesso discutere.
Alla base dell’affondo di LeBron c’è l’atteggiamento di Trump in merito alle proteste di Charlotteville, sorte a causa della rimozione di una statua di Robert Lee, il generale a capo dell’esercito sudista durante la Guerra di Secessione. La cittadina universitaria della Virginia è stata pertanto teatro di violenti scontri tra neonazisti e antirazzisti, sfociati nella tragedia con la morte di una donna di 32 anni travolta da un’auto.
Il presidente USA non ha condannato fermamente l’odio razziale, dando sostanzialmente la colpa “ad entrambe le parti”: posizione che ha scatenato un vespaio di polemiche negli Stati Uniti.
Il re di Cleveland ha rincarato la dose nel corso di una serata evento della sua fondazione. LeBron, che ha parlato al microfono tenendo in braccio la figlia Zhuri, si è rivolto soprattutto ai tanti ragazzi presenti. “Non c’entra quel tizio che dicono sia il presidente degli Stati Uniti, o qualcosa del genere. Non c’entra quel maestro a cui sembra non importare nulla di voi – ha sottolineato LeBron – Riguarda solo noi, tutti noi. Dobbiamo guardarci tutti allo specchio, adulti e bambini e chiederci cosa possiamo fare meglio per aiutare il cambiamento. E riuscissimo tutti a farlo, a dare tutti il 110%, non potremmo chiedere di meglio”.
“Voglio parlarne, perché ho questa occasione e sono una persona che può far sentire la propria voce – ha poi aggiunto LBJ in riferimento ai tragici fatti di Charlotteville – l’unico modo per noi di migliorare come società e di migliorare come persone è attraverso l’amore”.