Il miglior coach della stagione NBA 2017/2018, secondo i colleghi, è Dwane Casey. La votazione dei trainer della Lega più importante al mondo ha incoronato il coach dei Toronto Raptors, che ha dominato la Eastern Conference ma è stato poi eliminato in semifinale a Est dai Cleveland Cavaliers con un perentorio 4-0.
Oltre a Casey, diverse preferenze sono andate anche a Brett Brown, che ha contribuito a risollevare Philadelphia dai bassifondi e a portarla fino in semifinale di Conference, a Mike D’Antoni, che punta al titolo con i suoi Houston Rockets, e a Nate McMillan, che ha guidato splendidamente gli Indiana Pacers. Voti anche per Popovich, Snyder e Doc Rivers.
Ha sorpreso, e non poco, il fatto che il coach dei Boston Celtics, Brad Stevens, non abbia ricevuto nemmeno un voto. Eppure la franchigia del Massachusetts ha chiuso la regular season al secondo posto nonostante sia stata tormentata dagli infortuni (Gordon Hayward mai avuto a disposizione, ndr) e ai playoff ha dimostrato un carattere invidiabile, sconfiggendo prima i Milwaukee Bucks e poi i temutissimi Philadelphia 76ers. Stevens ha dovuto far fronte anche al forfait di un elemento fondamentale come Kyrie Irving, ridisegnando il team per esaltare le qualità di Rozier, Tatum e Brown. Ma questo lavoro non è bastato per garantirgli almeno un voto.
Stevens non se l’è presa troppo, ricordando che ciò che conta è sempre il campo. “Per me è un grande onore essere uno dei 30 allenatori di questa lega – le sue parole riportate da Sky Sport – E poi l’obiettivo di tutti resta quello di competere con i giocatori sul parquet, non portarsi a casa un premio per mettersi a confronto tra colleghi”.
A molti non è sfuggito il tweet di Isaiah Thomas, che è intervenuto in difesa del suo ex coach. “Senza mancare di rispetto a nessuno – ha scritto l’ex Boston – ma è Brad Stevens il miglior coach dell’NBA”.