La vendetta è un piatto che va servito freddo. E Golden State si prende una rivincita roboante contro i Los Angeles Lakers, colpevoli del reato di lesa maestà commesso 20 giorni fa, quando sconfissero i Warriors: da allora, i gialloblu di Oakland non hanno più sbagliato un colpo. Ieri non hanno praticamente lasciato nemmeno le briciole a LA (149-106): il trio delle meraviglie ha messo a segno 85 punti (31 Curry, 28 Durant e 26 Thompson).
Per Golden State è la nona vittoria consecutiva, mentre i Lakers registrano la quarta sconfitta in sei gare, ma va detto che i gialloviola erano privi di Randle e soprattutto del talento D’Angelo Russell. Il quintetto in campo era troppo incerottato per pensare di battere i Warriors: per coach Walton buone indicazioni dal rookie Ingram (16 punti).
Ancora una volta Russell Westbrook fa il possibile (31 punti) ma ancora una volta OKC va al tappeto. Sacramento vince 116-101, trascinata dai 36 punti di Cousins e complessivamente in crescita anche come collettivo. Su Oklahoma le impressioni sono sempre le stesse: troppo Westbrook-dipendente, gli altri giovanotti devono fare il salto di qualità. Ma devono farlo in fretta: lo score comincia a diventare preoccupante per un team che ambisce alle Finals.
Sette vittorie su sette trasferte, 14 successi in 16 partite: continua il sogno dei Clippers, che espugnano anche il parquet dei Dallas Mavericks (104-124). I padroni di casa vivono uno scenario diametralmente opposto: solo due vittorie in 14 gare e settima sconfitta consecutiva. I losangelini mandano 7 giocatori in doppia cifra, con un grande Speights (16 punti e 12 rimbalzi).
Nessun problema per i Cleveland Cavaliers, che superano 137-125 Portland. Decisivi i 40 punti di Love e i 31 punti di LeBron James. Dall’altra parte finalmente un’ottima prova di Lillard (40 punti) ma non sufficiente ai Trail Blazers per uscire vincenti.
I 24 punti di DeRozan aiutano i Raptors ad espugnare Houston (102-115), mentre Phila cede in casa dopo due supplementari: ad esultare sono i Grizzlies (99-104).