Buona la… seconda. Dopo lo sberlone a cinque dita preso all’esordio all’Oracle Arena contro i San Antonio Spurs, Golden State rialza la testa e va a prendersi la prima vittoria (122-114) in questa NBA 2016/2017.
Lo fa su un parquet affatto semplice, quello dei New Orleans Pelicans, mostrando anche diversi miglioramenti rispetto alla prima partita (e non è che ci volesse molto…). Il ‘man of the match’ è il nuovo arrivato: Kevin Durant mette a segno 30 punti e 17 rimbalzi, ma stavolta funziona tutto il roster di coach Kerr. Gli “Splash Brother” realizzano rispettivamente 28 (Klay Thompson) e 23 punti (Steph Curry). Tutto a posto quindi? No, affatto: i Warriors hanno ripreso la strada verso l’anello, senza dubbio, ma ci sono ancora diversi aspetti su cui Kerr dovrà lavorare parecchio. A cominciare dalla difesa, apparsa poco brilante anche a New Orleans.
I Pelicans possono consolarsi con un gigantesco Anthony Davis: i 45 punti messi a segno contro Golden State (mica pizza e fichi) gli consegnano un record niente male, dato che il 23enne diventa il primo giocatore a superare il muro dei 90 punti nelle prime due partite dopo l’exploit di sua maestà MJ nel 1986.
Si scrive Russell Westbrook, si legge “flagello di Dio”: l’Attila dei giorni nostri spazza via Phoenix con i suoi 51 punti, 13 rimbalzi e 10 assist, risultando assolutamente decisivo nella vittoria all’overtime di Oklahoma contro i Suns (113-110).
Vincono anche i campioni in carica dei Cleveland Cavaliers (91-94), che sconfiggono i Toronto Raptors grazie ad una grande prova di Kyrie Irving. Bene gli Hornets di Marco Belinelli, bravi ad espugnare il parquet dei Miami Heat (91-97): l’italiano, nei 28 minuti in cui è stato in campo, è riuscito a totalizzare 12 punti. Il derby del Texas tra Houston e e Dallas se lo aggiudicano i Rockets di coach D’Antoni (106-98), mentre i Lakers devono soccombere a Salt Lake City: gli Utah Jazz battono Los Angeles 96-89.