Cominciano a delinearsi le semifinali di Conference nell’NBA. Analizzando le sfide di ieri, emerge un dato inconfutabile su Golden State (semmai ce ne fosse ancora bisogno): una vera e propria macchina da guerra, apparentemente imbattibile.
Nonostante fossero privi di un campione come Steph Curry (che dovrebbe rientrare in gara 3), i Warriors hanno avuto nettamente la meglio nella prima sfida di semifinale Western Conference contro Portland. I numeri di Golden State sono a dir poco impressionanti: basti pensare che tutto il quintetto ha superato la doppia cifra, mentre Klay Thompson è diventato il primo giocatore di tutti i tempi ad aver siglato almeno 7 triple in 3 gare consecutive.
Ci spostiamo ad est: la prima semifinale della Eastern Conference è tra Toronto e Miami. I Raptors, che finalmente passano il turno dopo 15 anni e vincono un playoff in gara7 per la prima volta nella loro storia, superano Indiana in gara 7 (89-84) anche se nel finale rischiano di regalare la qualificazione ai Pacers. Ben 30 punti per De Rozan, ma il leader della serie è certamente Popovich, che ha suggellato le sue ottime prestazioni anche nella sfida decisiva, siglando 13 punti. Delusione per Indiana, nonostante i 26 punti di Paul George che ha battuto il record di punti per un giocatore dei Pacers ai playoff, superando nientepopodimeno che un monumento come Reggie Miller.
Gli Heat distruggono Charlotte in gara 7 (+33) con un irresistibile Goran Dragic: 25 punti, 6 rimbalzi e 6 assist per il talento sloveno. E dire che sembrava un anno così così per The Dragon (12,3 punti di media): ora a Miami servirà questo Dragic per avere la meglio su Toronto. Solo applausi per la stagione degli Hornets: da quando è arrivato Michael Jordan l’organizzazione è nettamente migliorata sotto ogni punto di vista. E i risultati ne hanno chiaramente beneficiato: da gennaio in poi, Charlotte è stata la migliore squadra ad Est. Un’ottima base da cui ripartire per il 2016/2017.