Le gerarchie di questa NBA scricchiolano sempre di più. Se Golden State è riuscita a rimettersi in carreggiata dopo un periodo di crisi, i Cavaliers sembrano aver completamente perso la bussola. Ieri sera San Antonio ha praticamente schiantato LeBron e compagnia, infliggendo un pesantissimo 103-74 che fa scivolare Cleveland al secondo posto della Eastern Conference, per via del sorpasso operato dai Boston Celtics.
E proprio gli Spurs sono decisi a non mollare un centimetro nei confronti dei Warriors, che guidano la graduatoria a Ovest. Ieri gli uomini di coach Popovich hanno dato un’altra dimostrazione di grande forza, dimostrando di essere già in piena forma playoff.
Leonard fa vedere i sorci verdi alla difesa dei Cavs, ma San Antonio trova linfa vitale anche da Gasol e Ginobili. Il primo quarto è già chiaramente di marca Spurs, che allungano nel secondo portandosi addirittura sul +24 all’intervallo. A fare la differenza è proprio la panchina: quella di San Antonio produce 28 punti nel primo tempo, quella di Cleveland nemmeno un punticino. Il match ha già preso una piega ben definita, e il viso di Lue appare via via più corrucciato.
E’ nel terzo quarto che i Cavs dovrebbero quantomeno tentare la rimonta approfittando del rallentamento degli Spurs, ma i campioni in carica appaiono fumosi e imprecisi al tiro. Dulcis in fundo, alla fine del terzo si fa male anche LeBron, che va ad accomodarsi in panchina. San Antonio dilaga: sul +31 coach Popovich manda in campo le riserve, Lue fa altrettanto.
Ne mancano soltanto quattro. Russell Westbrook è vicinissimo al record di triple doppie di Oscar Robertson: il fenomeno di OKC ha realizzato la sua 37esima stagionale (37 punti, 13 rimbalzi e 10 assist), con tanto di 16 punti nell’ultima frazione che hanno lanciato i Thunder verso una vittoria molto preziosa sul parquet di Dallas (91-92). A siglare il canestro decisivo a 7 secondi dalla fine è proprio Russell Westbrook: l’ultimo tentativo è nelle mani di Barnes, ma la palla finisce sul ferro.