Senza Leonard (commozione cerebrale), senza Aldridge (a cui è stata riscontrata un’aritmia cardiaca che lo terrà fuori a tempo indeterminato, a lui va il nostro più grande in bocca al lupo di pronta guarigione, ndr), senza Kevin Durant (ancora infortunato) e senza Curry, Thompson, Green e Igoudala (tenuti a riposo da coach Kerr), San Antonio – Golden State non è stata quello spettacolo che tutti si attendevano, proprio per l’assenza di tutti questi interpreti.
Tuttavia, la gara si è giocata comunque e ha emesso dei verdetti piuttosto importanti. In primis, il successo dei texani, un successo pesante non tanto nel punteggio (107-85) quanto nello spostamento degli equilibri nella Western Conference. Con questa vittoria, gli Spurs si sono portati ad una partita dai Warriors. Anzi mezza, perchè negli scontri diretti ora Popovich è avanti a Kerr. In attesa dell’ultimo scontro prima della post-season, il 29 marzo, sempre all’AT&T Center.
E poi c’è la terza sconfitta consecutiva di Golden State. Un fatto più unico che raro: non si verificava dal novembre 2013, fatta eccezione per le Finals 2016 dove Cleveland riuscì a battere tre volte di fila gli allora campioni in carica, rimontando da 1-3 a 4-3.
Che i texani avessero intenzione di assicurarsi la decima vittoria nelle ultime 11 partite era apparso chiaro fin dai primi minuti. Re della serata l’australiano Patty Mills, splendido sostituto di Tony Parker (infortunato anche lui), che ha messo dentro ben 21 punti nel primo quarto. Una volta andati in vantaggio, gli Spurs non si sono più fatti raggiungere, aumentando il distacco e gestendolo negli ultimi 12′. Golden State è apparsa incapace di reagire, nonostante i 36 punti del miglior Ian Clark di sempre.
Segni di vita dai Cavaliers, che ritornano al successo dopo 3 ko consecutivi. La nona tripla doppia stagionale di LeBron James schianta Orlando (104-116). A proposito di triple doppie: Russell Westbrook ha infilato la 32esima stagionale nella gara contro Utah. Con 33 punti, 14 assist e 11 rimbalzi, RW trascina Oklahoma ad un importante successo contro i Jazz (112-104), che si sveglia quando è ormai troppo tardi.