Il team più deludente delle ultime settimane? Senza dubbio i Sixers. E’ incredibile a dirsi, visto che Philadelphia era considerata una delle belle sorprese di questa NBA fino all’inizio di Dicembre.
La vittoria contro i Pistons aveva proiettato la truppa di coach Brown al quinto posto in Eastern Conference, con vista sul quarto. Insomma, Philadelphia stava rispettando i pronostici di inizio stagione, che la volevano nuovamente in lotta per i playoff dopo diversi anni di assenza.
Ma il “Process”, da quella notte, sembra essersi fermato. Nelle otto gare successive, i Sixers hanno conquistato una sola vittoria (contro Minnesota) e ben otto sconfitte, di cui 5 al Wells Fargo Center. Un declino improvviso, inaspettato, che sta facendo scivolare Phila in quei bassifondi che sembrava ormai aver definitivamente abbandonato.
I motivi di questo andamento così negativo sono ovviamente molti, ma non può non saltare all’occhio come i Sixers dipendano terribilmente da Joel Embiid. Philadelphia ha perso sette delle otto gare giocate senza il camerunense, assente anche nella gara di ieri contro Toronto, terminata 109-114 per i canadesi.
Ancora una volta, Philadelphia gioca un’ottima pallacanestro e conduce le operazioni per metà gara, salvo poi sparire dal campo nella ripresa. E’ proprio in quel momento che DeRozan si prende tutta la scena, realizzando il suo career high (45 punti). Ma i Raptors non hanno solo DeMar: il sempre positivo Lowry mette a referto 23 punti, oltre a 9 rimbalzi e 4 assist.
Nel primo tempo si erano visti solo i Sixers, trascinati da Simmons (20 punti) e Covington. Ma nel terzo quarto la partita cambia completamente: Toronto schiaccia il piede sull’acceleratore, i 76ers sbandano paurosamente e non riescono più a ritrovarsi (alla fine le palle perse saranno 23, ndr). Nel finale i padroni di casa hanno un sussulto, ma ci pensa ancora DeRozan dalla lunetta a regalare la ventiduesima vittoria stagionale a coach Casey: i Raptors scavalcano i Cavaliers a Est e mettono nel mirino Boston.