Se qualcuno aveva ancora dubbi su chi fosse il team dominatore ad Est, la gara di ieri dovrebbe averli fugati tutti. Il successo di Boston su Cleveland testimonia una volta di più come le gerarchie nella Eastern siano definitivamente cambiate: certo, è ancora troppo presto per trarre un giudizio definitivo, ma l’impressione che i Celtics siano superiori ai Cavs, almeno allo stato attuale, è piuttosto evidente.
E’ vero, bisogna rivalutare Cleveland non appena coach Lue potrà disporre a tempo pieno di Isaiah Thomas. Il grande ex, tornato in campo nella precedente gara contro Portland, ieri sera non è stato rischiato, per consentirgli un recupero graduale e senza forzature. I Cavaliers hanno retto l’urto “verde” finchè hanno potuto, aggrappati alle soliite giocate di LeBron James, che ieri sera non è stato spalleggiato a dovere da Kevin Love (e nemmeno da Crowder). Il risultato finale non poteva essere diverso: i padroni di casa si sono imposti 102-88 e hanno così pareggiato i conti stagionali con la franchigia dell’Ohio, che aveva vinto il primo confronto.
Come spesso accaduto in questa stagione, coach Stevens ha trovato linfa vitale dalla sua panchina: Smart e Rozier si sono fatti trovare pronti nel momento giusto, mentre Tatum ormai non è più una sorpresa. Boston non ha avuto bisogno nemmeno del miglior Irving, prezioso soprattutto a rimbalzo. L’accelerata decisiva avviene nel terzo quarto, quando i Celtics volano sul +18: i Cavs provano a riavvicinarsi, ma è un fuoco di paglia. Rozier mette dentro la quarta tripla, Boston schizza sul +20 e coach Stevens regala ulteriori minuti alle riserve.
Steph Curry è un fenomeno. Anche ieri sera lo “Splash Brother” ha tolto le castagne dal fuoco a Golden State: tripla a 3 secondi dalla fine e successo a Dallas (122-125). Dopo il canestro di Barnes a 12” dalla sirena, i Mavericks vedono il supplementare, ma non fanno i conti con l’MVP: bomba, retina e quarto successo nelle ultime 5 partite per i Warriors.
Oklahoma affonda i Lakers allo Staples Center (96-133), mentre Houston espugna Orlando (98-116) anche senza Harden. Popovich fa riposare molti titolari (Leonard e Ginobili su tutti) e perde a Philadelphia (112-106): 26 punti di Simmons, 21+11 per Joel Embiid.