Durant ai Warriors, il patron NBA: “Non è l’ideale, i grandi giocatori vanno distribuiti”

durant warriors nbaIl trasferimento ‘bomba’ di Kevin Durant dagli Oklahoma Thunder ai Golden State Warriors continua a far discutere e a dividere opinione pubblica e grandi esponenti NBA, sia del passato che del presente.

Dopo l’affondo di Larry Bird, che ha criticato Durant per la scelta (“Io non mi sarei mai sognato di andare ai Lakers per giocare con Magic, piuttosto volevo sempre batterlo. I campioni erano i miei compagni di squadra”), ora a parlare è il commissario NBA Adam Silver, in carica dal 1 febbraio 2014. E lo fa durante la conferenza stampa in seguito all’adozione di nuove regole per la “Hack-a-Shaq”, ovvero il fallo intenzionale nei confronti di uno scarso tiratore dalla lunetta (come era, per l’appunto, Shaquille O’Neal).

Per Silver, il passaggio di Durant ai già fortissimi Golden State “non è una cosa ideale, secondo il nostro punto di vista”. Il patron NBA cerca di spiegarsi meglio: “Per me, l’idea è quella di creare un contratto collettivo che favorisce la distribuzione di grandi giocatori di tutto il campionato. D’altra parte, rispetto assolutamente la scelta del giocatore di essere free agent e fare la sua scelta in base a ciò che è meglio per lui. In un certo senso, è una buona notizia che si vada a discutere del prossimo contratto collettivo, perché permetterà a tutti, giocatori e proprietari, di portare sangue nuovo e vedere se è possibile migliorare questo sport. Personalmente, penso di sì”.

Secondo Silver, quella tra Golden State e Durant non può essere definita un’operazione di ‘rafforzamento’, anche se è stato fatto tutto perfettamente in regola. “Quello che vedo è che alcuni cambi di casacca non sono necessariamente correlati alle esigenze del mercato. Si tratta chiaramente di un caso in cui la volontà del giocatore è quella di entrare in un gruppo che ha già dimostrato di essere in grado di vincere il titolo. Nel caso di Kevin Durant, rispetto la sua decisione, ha optato per una delle soluzioni disponibili, al 100% legale. Detto questo – ha concluso Silver – io sostengo che abbiamo bisogno di riconsiderare alcuni elementi dei nostri sistemi per evitare che il prossimo anno o l’anno dopo ci si ritrovi ancora a discutere di queste anomalie”.

Di parere opposto il play dei Washington Wizards, John Wall. “Durant ha fatto la sua scelta, ha fatto ciò che l’avrebbe reso più felice. Tutti dovrebbero rispettarlo – ha detto Wall – Chi ama il basket vuole essere felice nel giocarlo, non triste o frustrato. Lo fece anche LeBron. Io sono entusiasta nel vedere questi ragazzi giocare insieme, non vedo l’ora!”.

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