Quando Golden State decide di accelerare è quasi impossibile reggere l’urto. Non ci sono riusciti neppure i Denver Nuggets, che sono usciti sconfitti sul proprio parquet (108-127) proprio contro la corazzata di Oakland. Gli uomini di Malone si sono fatti apprezzare nel primo tempo, quando hanno tenuto testa molto bene ai gialloblu di coach Kerr, ma già nei primi minuti della ripresa i Warriors alzano il ritmo e schiantano i Nuggets.
Golden State conquista così la quarta vittoria consecutiva e la settima stagionale. Lo fa mantenendo pazienza nella prima parte di gara, quando regnava l’equilibrio e Denver sembrava in grado di potersela giocare, e piazzando un super break nella ripresa, dove i campioni in carica volano anche sul +29.
Denver va all’intervallo sotto solo di 5 punti, grazie alle buone prove di Mudiay e Barton. Nel secondo tempo, però, salgono in cattedra gli uomini migliori di Golden State: Steph Curry e Kevin Durant diventano imprendibili, e i Warriors possono giovarsi anche del solito grande apporto di Draymond Green, che mette a referto 15 punti, 8 assist e 7 rimbalzi. I Nuggets vanno al tappeto anche per lo scarso apporto dei titolari, che non hanno dato quanto sperato da Malone specialmente nel momento “caldo” della gara.
Salgono a 4 le vittorie consecutive anche per i Minnesota Timberwolves, che davanti al proprio pubblico stendono i Dallas Mavericks 112-99. La crescita del team di coach Thibodeau è evidente, e Minnie si candida ad occupare uno dei primi posti a Ovest. Al contrario, Dallas non riesce proprio a venire fuori dai suoi problemi: decima sconfitta su 11 gare, si salva solo il giovane Smith Jr (18 punti e 5 rimbalzi). Per i T’Wolves, grande prestazione di Towns (31 punti e 12 rimbalzi), ben spalleggiato da Wiggins (23).
Vola anche Detroit, che fa fuori Sacramento (108-99) e conquista il quinto successo nelle ultime sei partite: 24 punti per Bradley, 16 e 19 rimbalzi per Drummond e i Pistons possono godersi un sorprendente secondo posto nella Eastern Conference.