Due sconfitte consecutive sono fin troppe. Avrà detto questo coach Kerr ai suoi Warriors prima della sfida con i Knicks al Madison Square Garden. Golden State non subiva due ko di fila dall’aprile 2015: le attenzioni dell’opinione pubblica erano tutte sulla sfida newyorkese, per vedere se gli uomini di coach Hornacek sarebbero stati capaci di imporre il terzo stop “in a row” alla corazzata in gialloblu.
Niente di tutto questo. Golden State vince 112-105 al Madison, ma deve comunque sudare le proverbiali sette camicie per avere ragione dei padroni di casa. Che non hanno mai mollato neppure un centimetro. Dopo una partenza lampo dei vicecampioni in carica (grazie soprattutto a Klay Thompson) già nel secondo quarto i Knicks facevano capire a coach Kerr che non sarebbe stata una serata facile: parziale di 16-2 e locali avanti all’intervallo (50-49).
Ma nel terzo periodo indovinate un pò chi decide di salire in cattedra? Esatto, avete indovinato: Steph Curry si sveglia dal ‘torpore’ che lo aveva accompagnato nel primo tempo e Golden State va agli ultimi 12′ con la doppia cifra di vantaggio. New York non ci sta, ed è specialmente Porzingis a guidare l’assalto disperato alla franchigia di Oakland: i Knicks risalgono fino al -1, ma GS si ricompatta in difesa e respinge le ultime velleità newyorkesi.
Quinta sconfitta nelle ultime sette gare per Atlanta: alla Phillips Arena passano gli Indiana Pacers (96-97), che esultano con la tripla di Robinson al fotofinish. Gli Hawks giocano tuttavia un buon match: a meno di due minuti dal termine è +6 Atlanta, ma i padroni di casa non ‘ammazzano’ la gara e subiscono la rimonta Pacers (34 punti di George) nel finale.
“Solo” 29 punti per Russell Westbrook, e OKC viene piegata dalla furia di Dallas (104-89) che restano aggrappati alla possibilità di agguantare l’ottavo posto a Ovest. Due triple di Bogdanovic nel finale regalano il successo ai Wizards contro i Magic (115-114).