Stavano per diventare quattro. I mass media USA erano già prontissimi a lanciare i titoloni sul momento nero di Golden State (3 ko di fila). E in effetti c’è mancato davvero poco, perchè ieri sera i Warriors hanno tremato per quasi tutto il match prima di riuscire a sconfiggere gli ottimi 76ers di coach Brett Brown.
L’Oracle Arena ha potuto così tirare un sospiro di sollievo. Ma il successo dei gialloblu non basta a riportare tranquillità dalle parti di Oakland: i problemi restano, e senza Kevin Durant appaiono ancora più evidenti. Tutto questo mentre San Antonio vola…
Come spesso accaduto in questa stagione, Philadelphia disputa tre quarti da grande squadra con ambizioni da playoff per poi dilapidare tutto negli ultimi 12′. Il motivo può essere facilmente ricercato nella giovane età e nella scarsa ‘cattiveria’ nei momenti decisivi del match. Ma non si può negare che Phila sta facendo davvero il massimo, se consideriamo anche l’assenza di Ben Simmons dall’inizio della stagione e quella ormai definitiva di Joel Embiid. Con loro due a pieno regime i tifosi dei Sixers potrebbero divertirsi sul serio… Ma dal prossimo anno.
Intanto c’è Dario Saric a seminare il panico: ci riesce anche sul parquet di GS (25 punti), fino a quando non si svegliano Curry, Green e Barnes che riportano avanti i padroni di casa. Nel finale i 76ers tornano ad un solo punto dai Warriors, ma le due palle perse da McConnell sono un regalo troppo grande quando di fronte hai Golden State: vincono i gialloblu 106-104.
Netta e senza appello la vittoria di Cleveland, che si sbarazza di Detroit (128-96) anche grazie alla tripla doppia (la decima stagionale) di LeBron James. I Pistons non sono mai in partita. Nella ripresa entra anche Larry Sanders, alla prima con i Cavs e al rientro in NBA dopo due anni e mezzo di esilio volontario.
Tripla doppia anche per Russell Westbrook – ma dai? – giunto ormai alla 33esima “triple-double” in questa stagione. 25 punti, 12 rimbalzi e 19 assist: Oklahoma vola a Brooklyn (104-122).