Nel calcio è una pratica diventata ormai consuetudine. Dalla 6 di Baresi alla 10 di Maradona, passando per la 4 di Javier Zanetti, sono tante le maglie “ritirate” e consegnate alla leggenda del football.
Ma questo riconoscimento, talvolta, avviene anche in altri sport di squadra. In particolare nel basket, dove spesso si decide di ritirare la casacca di un giocatore che ha segnato indelebilmente la storia di un determinato team.
E’ proprio il caso di Kobe Bryant, stella inarrivabile dei Los Angeles Lakers, che poco più di un anno fa ha detto basta al basket giocato. Il 39enne, originario di Philadelphia, vedrà premiata la sua assoluta fedeltà ai colori gialloviola, con i quali ha vinto 5 anelli e messo a segno più di 33.000 punti. La sua maglia, infatti, verrà ritirata, e l’occasione per celebrare il tutto sarà il derby tutto californiano contro i Golden State Warriors, nel prepartita allo Staples Center del prossimo 18 dicembre.
Tuttavia, al momento i Lakers devono sciogliere un dubbio. Le maglie indossate da Bryant, infatti, sono due: la numero 8, con cui il “Black Mamba” ha iniziato la sua eccezionale carriera, e la 24, che Kobe ha indossato dal 2006. Numero, quest’ultimo, già utilizzato nel roster gialloviola. L’ipotesi che si sta facendo largo nelle ultime ore è che possano essere ritirate entrambe.
Per LA non è la prima volta. Già in passato sono state ritirate le casacche di altri giocatori formidabili, ovvero Shaquille O’Neal, Kareem Abdul-Jabbar, James Worthy, Jerry West e Magic Johnson.
SPONSOR NBA, LA REGINA E’ SEMPRE GOLDEN STATE
Golden State “campioni”, anche quando si tratta di sponsorizzazioni. I Warriors, infatti, hanno venduto il patch sulle proprie maglie a Rakuten a 20 milioni di dollari per ciascuna delle prossime 3 annate. Rakuten è un’azienda giapponese già salita agli onori delle cronache calcistiche per aver trovato l’intesa anche con il Barcellona. Un accordo che fa felici anche i giocatori: il 50% dell’incasso va infatti agli atleti, con il 25% ai componenti del team che ha sottoscritto l’intesa e il restante 25% agli altri 29 team.