E’ proprio quando assumi la convinzione di essere imbattibile che la caduta fragorosa fa ancora più male (e più rumore). Dopo una serie impressionante di vittorie, che lasciava presagire una cavalcata trionfale in questa regular season, Golden State crolla a Memphis (110-89). Bravissimi i Grizzlies, che sono riusciti a conquistare la sesta vittoria consecutiva. Quarto ko stagionale per i Warriors: nessun dramma, per carità, uno stop ci può stare e se preso nel giusto modo può fare anche bene.
Memphis è stata eccellente soprattutto in difesa, riuscendo a limitare i fenomeni con la casacca gialloblu. L’unico a raggiungere i 20 punti è Kevin Durant: è la peggior prova stagionale in termini offensivi per i Warriors, che infilano anche una bruttissima serie di palle perse (23), a testimonianza di come gli uomini di Kerr a Memphis non c’erano proprio. Ma i Grizzlies hanno anche i loro (ampi) meriti: Gasol e Allen fanno impazzire la difesa di GS, e all’intervallo i padroni di casa sono già sul +23. Nella ripresa Memphis raggiunge anche il +30, un divario troppo esteso per una rimonta dei gialloblu di Oakland.
Nessuna chance per i Brooklyn Nets a San Antonio: gli Spurs distruggono gli ospiti 130-101, con un Leonard in stato di grazia (30 punti). E’ la diciannovesima vittoria per i padroni di casa, che mandano 6 giocatori in doppia cifra e mettono a segno la miglior prestazione offensiva della stagione. Bastano i primi 12′ per capire come andrà tutto il resto: gli Spurs ne segnano 41, i Nets non riusciranno mai ad entrare in partita.
Dopo due ko di fila, tornano al successo i Clippers, che sul loro parquet regolano i Pelicans (133-105). Nonostante l’assenza di Griffin, i losangelini spazzano via New Orleans grazie ai 20 punti e 20 assist di Chris Paul. Non bastano i 28 punti del sempre ottimo Antetokounmpo ad evitare la sconfitta ai Bucks, che perdono 110-105 a Washington. Indiana, trascinata da George (37 punti), batte Portland 118-111.