Qualche brivido di troppo e ancora tante incertezze difensive, ma Golden State continua la sua marcia e sconfigge anche i Phoenix Suns (133-120), inanellando così l’ottava vittoria stagionale.
Il successo dei Warriors arriva grazie alle prestazioni sfavillanti del trio delle meraviglie: Curry, Thompson e Durant – rispettivamente 30, 30 e 29 punti – fanno venire gli incubi alla retroguardia dei Suns. Tuttavia, Phoenix resta in gara fino alle battute finali, vuoi per la buona vena di Bledsoe e Warren (20 punti per entrambi) vuoi anche per le molte amnesie difensive dei gialloblu di Oakland, che anche stavolta regalano tanti punti (ben 120) agli avversari. E’ proprio coach Kerr a lanciare l’allarme: “Soddisfatto per il successo – ha detto Kerr – Stiamo cercando di vincere il titolo, ma non possiamo farlo semplicemente cercando di segnare sempre più punti degli altri”. Un chiaro avvertimento alla sua squadra: se non si migliora in difesa non si può aspirare all’anello pensando che risolveranno sempre tutto quei tre ‘mostri’.
Ancora una battuta d’arresto per Oklahoma, che deve subire la ‘vendetta’ di Serge Ibaka. L’ex Thunder torna nella sua vecchia casa, disputa la miglior prestazione di tutta la sua carriera e non contento infila anche il canestro decisivo che permette agli Orlando Magic di uscire vincenti dalla Chesapeake Energy Arena (117-119). Westbrook ce l’ha messa tutta per evitare la sconfitta: 41 punti, 16 assist e 12 rimbalzi, impossibile fare meglio di così. Ma il resto del roster è sotto la sufficienza, e Oklahoma deve incassare la terza sconfitta consecutiva.
Perdono di 26 i Lakers a Minnesota, travolti dal tornado Wiggins che mette a segno 47 punti (!) e annienta Los Angeles. Dopo un primo tempo tutto sommato equilibrato, con i Lakers che trovano risorse e punti dalla panchina, Minnie alza il livello proprio con Wiggins: parzialone di 29-6, vantaggio di 23 punti e ultimi 12′ dove i Timberwolves si limitano a gestire. Da segnalare anche i 24 punti di Bjelica.