Alla fine è accaduto. Nella sera di San Valentino si consuma il tradimento di Golden State con i propri tifosi: sconfitta a Portland (123-117), la quarta nelle ultime otto, e addio al primato nella Western Conference. In vetta, a Ovest, ora c’è Houston, che ha invece svolto a pieno il suo compito contro Sacramento al Toyota Center.
Nella sera degli innamorati c’è anche un altro tradimento: quello di Damian Lillard, nativo di Oakland, che quando vede i gialloblu tira fuori tutto il suo talento. 44 punti, 8 assist e una prestazione complessivamente scintillante che permette ai Blazers di conquistare il 32esimo successo stagionale e continuare la propria corsa verso un piazzamento playoff. Ai Warriors non è bastata una prova clamorosa di Kevin Durant, che ha messo a referto 50 punti in quella che è senza dubbio la sua migliore prestazione stagionale (e una delle migliori in carriera). Gli Splash Brothers fanno troppo poco: solo 17 punti a testa per Curry e Thompson, che sbagliano troppo specialmente nelle battute finali del match.
Dopo un primo tempo non esaltante, coach Kerr suona la carica ai suoi nell’intervallo, e Golden State torna sul parquet con un piglio decisamente diverso. Durant fa il fenomeno, ma Lillard non è da meno: i Blazers piazzano un break letale (6-0), mentre i Warriors non trovano più la retina e devono arrendersi.
Grande festa in casa Rockets per il sorpasso in vetta alla Western. La vittoria contro i Kings (100-91) regala una doppia gioia a Mike D’Antoni, che ringrazia Portland e vola in testa a Ovest. Houston non gioca una gara memorabile, ma porta a casa un successo preziosissimo: mattatore, come sempre, James Harden, che infila 28 punti e regala anche 9 assist ai suoi compagni. Sacramento (20 punti di Bogdanovic) resiste solo un tempo.
Ottimo l’esordio di Marco Belinelli con i Sixers: i suoi 17 punti spingono Phila verso una rimonta pazzesca contro Miami, che si era portata addirittura in vantaggio di 24 lunghezze. Quinto successo di fila per Brown, nonostante l’assenza di Joel Embiid.