Qualunque team farebbe fatica senza i tre giocatori più importanti. Anche Golden State, quando è priva di Steph Curry, Klay Thompson e Kevin Durant, diventa improvvisamente umana e battibile. Nella gara di ieri sera alla Oracle Arena, coach Kerr ha dovuto far fronte alle gravi assenze e non è riuscito a trovare la formula giusta per avere ragione dei Sacramento Kings.
Oltre al ko, la notizia più brutta riguarda proprio KD, che ha subito una frattura alla cartilagine costale e sarà costretto a rimanere ai box per almeno due settimane. Un momento non particolarmente positivo per i Warriors, che hanno incassato la terza sconfitta nelle ultime 4 uscite e vedono allontanarsi sempre più gli Houston Rockets in vetta alla Western Conference.
Come se non bastasse, durante l’ultimo quarto si è fatto male anche Omar Casspi, che ha lamentato un problema alla caviglia. L’unico sollievo per Kerr viene da Draymond Green, che è rientrato in campo e ha provato a trascinare da solo Golden State: 14 punti, 10 rimbalzi e 7 assist, insieme ai 25 punti di Cook. Sacramento, va detto, non ha rubato nulla: ottima partita dei Kings, che si godono una vittoria di prestigio in una stagione che non ha regalato troppe soddisfazioni. Gli ospiti approfittano del brutto secondo tempo dei Warriors: la gara si mantiene in equilibrio fino all’ultimo, quando la schiacciata di Cauley-Stein a 8 secondi dalla sirena determina il definitivo +5 per i Kings (93-98).
Finalmente Boston. Dopo un periodo tutt’altro che soddisfacente, i Celtics tornano a correre e lo fanno sul parquet degli Orlando Magic: 83-92 il risultato finale per i ‘verdi’ del Massachusetts, nonostante i tanti forfait (Irving e Brown su tutti). Nel quintetto di partenza rientra Al Horford, che ha smaltito l’influenza, ma il top player di giornata per Boston è Rozier: 17 punti e 5 assist.
Quinta vittoria di fila per Oklahoma, che sembra aver preso la strada giusta. Alla Chesapeake, i Thunder regolano 121-113 i Clippers nonostante i 24 punti di Tobias Harris.